Il 12 aprile del 1412, il duomo della città di Firenze fu intitolato a “Santa Maria del Fiore”. Nel mese di Aprile, il cui nome deriva dall’etrusco Apro, e dal greco Afrodite, dea dell’amore, ma anche dal latino aperire (aprire) per indicare il mese in cui si aprono, rinascono piante e fiori.
Non solo nel nome, anche nell’arte Firenze è ricca di percorsi floreali, da Giotto al Beato Angelico, da Benozzo Gozzoli, Della Robbia, a Verrocchio: festoni di rose, singoli fiori recisi o a mazzi, fino ad arrivare al tripudio della Primavera. Qui Botticelli ha rappresentato centinaia di esemplari tra fiori, arbusti, erbe, alberi per far capire subito che siamo in primavera quando fioriscono, crescono e germogliano tutte quelle piante e quei fiori che vi sono rappresentati. E con rimandi simbolici si spiega la presenza degli alberi d’arancio con le zagare in fiore e carichi di frutti: il cedro – citrus medica, che è simbolo mediceo.
Se tralasciamo un momento le nove le figure mitologiche che all’interno del giardino di Venere, vediamo che i personaggi sono davanti ad un boschetto di aranci (simbolo di felicità del matrimonio), in un prato fiorito di margherite, viole, rose, elleboro, camomilla, ranuncoli, fragole, muscari, giacinti rosa, papaveri (segno di fertilità), fiordalisi (simbolo d’amore), gelsomini e nontiscordardimé, pervinche (simbolo di legame matrimoniale), garofani, violacciocche gialle, mirto e l’iris “giglio di Firenze”.
La vocazione floreale di Firenze è profondamente legata ai suoi giardini con appuntamenti immancabili: il 25 aprile si apre la tradizionale Mostra di Piante e Fiori al Giardino dell’Orticoltura, con la sua magnifica serra ottocentesca, a maggio è d’obbligo visitare le splendide fioriture del Giardino delle Rose ai Bastioni nel viale Poggi e del giardino dell’Iris al Piazzale Michelangelo.