Il termine “villeggiare” ha avuto origine a Venezia e a Firenze durante il rinascimento per definire il periodo di residenza che nobili e ricchi signori facevano presso le ville di campagna durante l’estate.
Tutta la famiglia si trasferiva in villa per fuggire dalla calura e dai miasmi della città dove, nelle vie del centro e in quelle adiacenti, lavoravano tintori, pellettieri e conciatori, che poi riversavano tutti gli scarti delle lavorazioni in Arno. Solo i capi famiglia facevano i pendolari con Firenze, giusto il tempo per sbrigare affari e risolvere problemi politici.
La famiglia Medici edificò delle magnifiche residenze lontano dalla città, un vero e proprio microcosmo attorno al quale ruotava la vita di corte: luoghi di piacere e di rappresentanza, ma anche di svago e di cultura.
In alcune di esse i Medici facevano grandi battute di caccia come al Trebbio, a Cafaggiolo o la villa di Artimino – detta “dei cento camini” perché caratterizzata da numerosi comignoli – seguite da sfarzose cene. Altre erano luogo di riposo e di cultura come la villa di Fiesole, dove Lorenzo de’ Medici amava riunirsi con gli amici poeti e umanisti come Poliziano e Pico della Mirandola. Senza dimenticare una delle più antiche residenze, la villa Carreggi, centro economico per le tante attività agricole che vi si svolgevano.
Alcune sono poi diventate sedi istituzionali come villa Castello (un tempo decorata da La Primavera e La nascita di Venere di Botticelli), oggi sede dell’Accademia della Crusca; o la Villa di Poggio Imperiale, villa prediletta dalle donne, a cominciare da Isabella de’ Medici, fino a Maria Luisa di Borbone ed Elisa Baciocchi-Buonaparte che la ristrutturarono in stile neoclassico, e che oggi ospita una scuola statale.
Le 12 Ville Medicee e 2 giardini (di Boboli e Pratolino) sono entrati a far parte del “Patrimonio dell’Umanità”.
Scrive l’UNESCO: “Realizzate in armonia con la natura tra il XV e il XVII secolo, le ville e i giardini rappresentano un sistema originale di edifici di campagna dedicati ai piaceri, alle arti e alle conoscenze”.