Caruso, un napoletano a Firenze

“…Questo poggio non è terra, è un qualcosa di irreale…

Quando io vengo quassù, ci vengo perché ho bisogno di una ricreazione spirituale…”

 

Nasce a Napoli il 25 febbraio 1873 Enrico Caruso che, con la sua magnifica voce da tenore, porterà nel mondo le più belle melodie delle opere italiane.

Osannato come il più grande cantante lirico mai sentito tra ‘800 e ‘900, Caruso si innamorò di una soprano fiorentina (Ada Botti Giachetti,) e per lei e i loro figli, scelse Firenze come sua residenza.

Nel 1906 acquistò Villa Bellosguardo, a Lastra a Signa prima di partire per una lunga tournée negli Stati Uniti.

Al Metropolitan Opera House di NY, ebbe un tale successo da diventare l’idolo dei melomani, non solo americani, dell’epoca. Caruso pretendeva ingaggi esorbitanti, ma era anche capace di cantare gratis per gli italiani emigrati in America.

I suoi trionfi nacquero dalle interpretazioni di Radamès in Aida, Cavaradossi in Tosca (bissando E lucevan le stelle), Rodolfo in La bohème, Canio in Pagliacci (bissando Vesti la giubba) e Alfredo in La traviata.

Lasciato da Ada (che, sempre più sola, fuggì con l’autista), Enrico Caruso incise anni dopo una canzone napoletana ispirata alle sue vicende sentimentali: Core ‘ngrato

Lucio Dalla nel 1986, si ispirò agli ultimi giorni di vita che il grande tenore passò a Sorrento prima di morire. Scoprì per caso di essere ospite nella stessa stanza dell’albergo, dove Caruso aveva soggiornato e da lì prese spunto per scrivere una delle sue più belle canzoni: Caruso.

La cinquecentesca Villa Bellosguardo (oggi Villa Caruso), con il giardino all’italiana e le stanze monumentali, oggi è una “casa museo” che può ospitare eventi musicali e culturali.

www.villacaruso.it