Le Rampe del Poggi collegano le rive dell’Arno a Piazzale Michelangelo, con una piacevole passeggiata tra grotte, giochi d’acqua e un panorama emozionante
Per preparare il trasferimento della capitale da Torino a Firenze (in attesa di Roma…), fu incaricato l’architetto e ingegnere fiorentino Giuseppe Poggi di progettare un piano di ampliamento della città per rendere Firenze simile alle grandi capitali europee.
L’ambizioso piano del Poggi prevedeva l’abbattimento delle mura medievali e la costruzione di viali di circonvallazione alla maniera dei “boulevards” parigini, di grandi piazze circolari in corrispondenza delle “porte della città”, e di molti altri lavori come il Viale dei Colli che da Porta Romana scavalcava le colline per riscende sull’Arno. La realizzazione de “la più bella passeggiata del mondo”, come lo stesso architetto la definì, culminò con la monumentale terrazza con il David al centro e la splendida vista sull’intera città: Piazzale Michelangelo.
Per risolvere il problema di stabilità del terreno, alle pendici del piazzale fu necessario costruire muri di contenimento e, allo stesso tempo furono create scalinate per collegare il Lungarno alla terrazza. Con la collaborazione del capo-giardiniere dell’Orto Botanico Attilio Pucci, le Rampe furono realizzate alla maniera di un giardino verticale articolato su tre livelli e arricchito di spazi scenografici, come il Giardino delle Rose, ma anche con fontane, grotte e nicchie scavate nei muraglioni e decorate con stalattiti e conchiglie come la Grotta Grande del Buontalenti nel Giardino di Boboli.
Arrivare al Piazzale Michelangelo salendo le “Rampe del Poggi” (restaurate e con le fontane che son tornate a zampillare), è una passeggiata molto piacevole che non solo evita di incrociare i pullman dei turisti, ma permette di ammirare da prospettive nuove e inusuali il panorama di Firenze che, man mano che si sale, si fa sempre più emozionante.
E se non vi bastasse, nei mesi estivi sull piazzale con vasca, sopra alla torre di San Niccolò, si trova spesso un signore a fare delle grandissime bolle di sapone che si disperdono sul panorama (e che vengono rincorse da grandi e piccini), rebdendo quell’affaccio ancora più magico.