L’Albero di Natale sarà nato a Firenze?
Come in molti paesi europei (Germania, Croazia, Grecia, Montenegro, Spagna e Portogallo, Regno Unito, Francia, ed emigrato anche negli Stati Uniti), per i fiorentini…, “Ceppo vuol dire Natale.
Ma vuol dire anche “regalo di Natale” e nello stesso modo era chiamata anche la cassetta per l’elemosina, davanti alla Madonna, che raccoglieva offerte per i poveri.
La spiegazione è semplice…
La sera del 24 dicembre, riuniti davanti al camino, si accendeva il fuoco con un grosso ceppo di quercia o di olivo. Quando la fiamma aveva preso bene, il legno veniva battuto con palette, pinze e altri attrezzi, e più scintille sprigionava più l’anno nuovo sarebbe stato propizio.
Anche Dante (Paradiso, C. XVIII, vv.100-102), accenna a questa usanza, che era quindi di origine medioevale:
Poi come nel percuoter de’ ciocchi arsi
surgono innumerabili faville,
onde gli stolti sogliono augurarsi…
Ma Ceppo era detta anche una piramide triangolare in legno, ornata di pine dorate, ramoscelli d’abete, fiori di carta colorata e candeline: l’antenato dell’albero di Natale. Questi ceppi “porta doni” o meglio portadolci, erano fabbricati in casa, oppure acquistati da ai banchi sotto le Logge del Mercato Nuovo al “Porcellino”. Qui si potevano comprare anche i personaggi di gesso per allestire la tradizionale “capannuccia”, il Presepe francescano, popolare a Firenze fin dal Quattrocento.
A mezzanotte ci si ritrovava nelle chiese e all’uscita molti fedeli si fermavano a mangiare la schiacciata con l’olio che veniva sfornata quella notte “calda abbollore”. Poi, tutti a letto!
All’indomani mattina, la cenere del ceppo bruciato era raccolta e sparsa nei campi o nei giardini, a protezione delle colture.
E finalmente seduti intorno alla tavola imbandita il grande pranzo di Natale che in qualche casa è sempre lo stesso di allora: si principia con gli immancabili crostini con il pane arrostito sulla fiamma oppure bagnato nel brodo caldo. Poi si sorbe il brodo di cappone con pasta fatta in casa e, per secondo, il tradizionale cappone lesso e vino rosso del Chianti, naturalmente.
I dolci? Panforte di Siena, cavallucci e ricciarelli.
Un buon Vin Santo e… prosit, con tanti auguri!