Cocktail Negroni: buon compleanno dalla tua Firenze!
Sono passati esattamente cento anni da quando il mitico conte Camillo Negroni dettò la ricetta del suo cocktail: un terzo di vermut, un terzo di gin e un terzo di bitter.
Ideato per pura casualità a Firenze, intorno agli anni ’20, dal un certo conte Camillo Negroni, che era solito frequentare il Caffè Casoni in via de’ Tornabuoni (poi diventato caffè Giacosa). La storia racconta che il conte, stanco del solito aperitivo Americano (tuttora composto da Vermouth Cinzano e Bitter Campari), abbia chiesto al barman Fosco Scarselli una variante: l’aggiunta di gin, che ebbe immediatamente successo anche tra gli altri frequentatori del locale. E così, da allora, quello che per il conte era “il solito” divenne, per gli altri frequentatori del Caffè Casoni, l’Americano “alla maniera del conte Negroni”, chiamato poi più semplicemente Negroni.
Come scrive Stefano Bondi nel suo Ricettario della Trattoria Zà Zà, di questo famosissimo aperitivo italiano esistono anche delle varianti: il Negrosky, che prevede la vodka al posto del gin, e il Negroni Sbagliato, una versione con lo spumante più leggera e frizzante, creata al Bar Basso di Milano intorno agli anni ’70 e così chiamata, proprio perché nacque per uno sbaglio: al posto del gin venne messo erroneamente lo spumante brut.
La ricetta esatta e originale, quella dal conte Negroni, è semplice e recita: 1/3 di vermouth rosso, 1/3 di Bitter Campari, 1/3 di Gordon’s gin, uno spruzzo di soda e una scorza di limone. Aggiungiamo due-tre cubetti di ghiaccio nel bicchiere preraffreddato (ideale un tumbler basso, old fashioned o double rock) e versiamo sopra tutti gli ingredienti. Mescoliamo bene con lo stirrer e guarniamo con mezza fetta d’arancia!
Il conte amava alla follia il suo “Negroni”, tanto che un suo caro amico, l’antiquario Francis Harper, in una lettera del 13 ottobre 1920, gli raccomandava di non berne più di venti al giorno! A sua discolpa, si può affermare che all’epoca il cocktail era servito in piccoli calici da vermouth.