Politico sopraffino, banchiere eccellente, artista e poeta, non a caso detto il “Magnifico”, Lorenzo de’ Medici amava la vita in ogni sua sfaccettatura, non ultima la buona cucina.
Nel libro dei suoi Canti Carnescialeschi fa una lunga lista dei suoi cibi preferiti: schiacciate, migliacci, aringhe, cosce di rana fritte, salsicce, fave arrosto, formaggi come il pecorino di Pienza e il “cacio marzolino”.
Nel “Canto de’ Cialdonai” ci insegna addirittura a fare i cialdoni.
“Metti nel vaso acqua e farina, quando hai menato, poi vi si getta quel ch’è dolce e bianco zucchero: fatto l’intriso, poi col dito assaggia, se ti par buono le forme (i testi) al fuoco poni, scaldale bene e quando l’intriso nelle forme metti e senti frigger, tieni i ferri stretti. Quando ti par è sia fatto abbastanza, apri le forme e cavane è cialdoni e ‘l ripiegarli allor facile riesce caldi: e ‘n panno bianco li riponi”.
Leonardo, invece, oltre che artista, scienziato, inventore, fu anche cuoco. A vent’anni entrò come apprendista nella bottega del Verrocchio e come cameriere nella Taverna delle Tre Lumache, al Ponte Vecchio. Poi passò in cucina dove imparò il mestiere, facendo ai piatti più richiesti, delle sue innovazioni. Aprì una locanda con l’amico pittore Sandro Botticelli, la Taverna delle Tre Rane, che per i piattini belli da vedere, ma scarsi nella quantità, non ebbe il successo sperato e fu chiusa quasi sul nascere.
Non contento di quel che trovava in cucina, inventò prodigiosi aggeggi come il girarrosto meccanico, il cavatappi, il trita aglio, il macinapepe e l’affetta uovo. A tavola, per evitare la cattiva abitudine di pulirsi la bocca con la manica del vestito, dava ai commensali dei pezzetti di tela, precursori del tovagliolo.
Inventò anche un digestivo l’Acquarosa, fedelmente trascritta nel
Codice Atlantico al foglio 482: acqua, zucchero e limone colati in tela bianca, da servire fresca, toccasana per gli stomachi provati dal troppo mangiare!
E fu anche precursore anche del vegetariani,: “Fin dalla tenera età ho rifiutato di mangiar carne e verrà il giorno in cui uomini come me guarderanno all’uccisione degli animali nello stesso modo in cui oggi si guarda all’uccisione degli uomini”.