Nascono a Firenze: il ‘teatro all’italiana’ e il telefono
Nel 1657 fu inaugurato il Teatro della Pergola dove nel 1834 Meucci realizzò un “telefono acustico”
Su incarico dell’Accademia degli Immobili, presieduta dal cardinale Giovan Carlo de’ Medici, fu eretto in Firenze un teatro a struttura lignea in prossimità di un vigneto di proprietà dell’Ospedale di Santa Maria Nuova.
Il teatro prese il nome di Teatro della Pergola dalla strada dove dal ‘500 sorgeva un pergolato d’uva. Costruito con gli ordini di palchi sovrapposti, anziché a gradinate semicircolari, è considerato il primo grande “teatro all’italiana”, il primo ad avere una serie di palchi sopraelevati retti da colonne e la forma ovale di maggior resa acustica.
In un piccolo sgabuzzino di quel teatro, l’allora “attrezzista di scena” Antonio Meucci, sistemò un suo piccolo laboratorio e realizzò un marchingegno capace di trasportare i suoni da un punto all’altro del proscenio: un telefono acustico.
Composto da due tubiincassati nel muro, consentiva ai “soffittisti” di parlare sottovoce con “attrezzisti e personale di scena”, dal piano del palcoscenico alla graticcia di manovra, posta a circa venti metri di altezza. Fu così possibile, durante i cambi di scena, dare e ricevere ordini senza farsi sentire dal pubblico e senza utilizzare uno scomodo sistema di segnali con torce. Utilizzato fino al 1965, è stato accantonato dopo i lavori fatti dopo l’alluvione del ’66.
Utilizzato fino al 1965, è stato accantonato dopo i lavori fatti dopo l’alluvione del ’66.
Antonio Meucci (nato a Firenze nel 1808 nel quartiere di San Frediano e morto a New York nell’ottobre del 1889) ha sicuramente contribuito in modo sostanziale all’invenzione del telefono, il “telettrofono” disegnato e realizzato in America, era figlio dell’apparecchio che lui aveva inventato e sistemato dietro le quinte del Teatro della Pergola di Firenze.