“Il tempo è galantuomo” recita un proverbio, ma l’azione del tempo non sempre aiuta a far sopravvivere certe forme d’arte.
Ancora una volta nasce a Firenze una nuova forma d’arte: la moda delle facciate decorate (in città ne rimangono almeno 70), che risale al 1400. Una sorta di “street art” presente su molti palazzi nobili, che torna di moda nella seconda metà del 1800 e poi nelle palazzine Liberty di fine ‘900.
Il Vasari li chiamò “sgraffiti”, descrivendoli come disegno e pittura insieme. Sulle facciate si facevano due strati di intonaco colorati con toni contrastanti (il più scuro sotto) e con la tecnica dello “spolvero” si riportava il disegno sulle pareti. Con una incisione lo strato sottostante riappariva e il tratto più scuro veniva messo in risalto con tratteggi per dare profondità.
Basta andare in via Maggio (Palazzo di Bianca Cappello), in Borgo degli Albizi (Palazzo di Montalvo) e nel cortile di Palazzo Medici Riccardi in via Cavour, per ritrovare decori artistici, finti marmi, bugnati, palmette e grottesche, ma anche ritratti e finte statue. Con il Liberty riaffiorano fiori e volute con rami e foglie come nella casa-galleria Vichi, in Borgo Ognissanti.
Oggi la moderna street art si appropria di muri meno nobili per inviare messaggi culturali e politici o rigenerare spazi cittadini, ma anch’essa è arte effimera che col tempo purtroppo si attenua, si logora fino a sparire.