Stenterello, la maschera storica del Carnevale fiorentino

Tempo di Carnevale e tempo di maschere.

Se Napoli può vantare Pulcinella fin dai primi decenni del Seicento con origini molto più antiche; da Bergamo e poi Venezia che lo fa suo, arriva Arlecchino fin dalla seconda metà del Cinquecento; Firenze, invece, fino alla fine del settecento non avrà una sua maschera tradizionale.

La figura esile e magra di un giovane cresciuto “a stento”, Stenterello, nasce verso la fine del Settecento, ideato dall’attore fiorentino Luigi del Buono, che si Ispira alle caratteristiche di un mendicante che incontrava nei pressi di un tabernacolo in via della Scala. Per il linguaggio malizioso e forbito, la parlantina sciolta e i comportamenti ribelli – che non nascondono una arguta critica alle autorità – s’ispira invece all’assistente del suo barbiere, fiorentino non solo nel dialetto, ma anche nella malignità e nell’astuzia.

È colorato anche nel suo costume, Stenterello: il cappello nero a barchetta e una parrucca bianca con codino all’insù. La giubba azzurra sopra una sottoveste sgargiante, con un panciotto giallo canarino e i calzoni corti neri. Una calza rossa e una fantasia, scarpe a fibbia basse.

Alcuni studi, basati sulla tradizione orale e sulla Commedia dell’Arte, hanno rilevato come Stenterello risulti essere l’unica maschera tradizionale fiorentina, attestando il suo ruolo nel contesto culturale e teatrale della città.

Nel corso dei secoli la figura di Stenterello, con il passaggio dal teatro della Commedia a rappresentazioni più popolari, si è radicata ulteriormente nella memoria storica di Firenze e la maschera ancora oggi è presente nelle manifestazioni legate al Carnevale Fiorentino.