L’olivo, insieme ai cipressi e alle dolci colline, è uno dei simboli del paesaggio toscano, e il prodotto di queste piante è l’olio extravergine d’oliva Made in Tuscany.
In questi giorni nelle campagne toscane si raccolgono e si spremono le olive, un rito antichissimo che si perde nella notte dei tempi. A Magliano (Grosseto) l’Olivo della Strega ci regala il suo olio da oltre tremila anni (è stato datato intorno al mille avanti Cristo). Ma è dal Medioevo che, per motivi nutrizionali e religiosi, l’olivicoltura si espande in Toscana facendo poi un notevole balzo nell’800, soprattutto nel territorio fiorentino e senese e nelle zone bonificate come Val di Chiana e Maremma.
Nel 1930, si fissarono i requisiti per la potatura “Tonini”, tutt’ora utilizzata, che prevede la formazione di tre/quattro grandi fusti, in cerchio. L’ulivo toscano ha infatti queste caratteristiche, si presenta vuoto dentro, non alto e con poca frasca sulla sommità, rendendo così più agevole la raccolta.
Un patrimonio varietale molto ricco
La produzione stimata quest’anno è in calo, fino al 50% rispetto allo scorso anno, ma gli esperti dicono che sarà compensata da una qualità ottima!
Ogni varietà di albero (frantoio, leccino, moraiolo ecc) ha prerogative agronomiche e qualitative proprie che emergono con maggior evidenza nella zona vocata alla sua coltivazione.
Le gelate tardive di aprile e la siccità estiva, hanno giocato un ruolo determinante sulla produzione ma i frutti sono sani e l’olio extravergine d’oliva, che finirà sia sulle nostre tavole che sui mercati stranieri, rappresenterà più che bene il Made in Tuscany dell’eccellenza.